Approfondimenti

Una particolare attenzione per alimenti che sappiano coniugare bontà e salute

La farina è l'ingrediente principale per la maggior parte delle lavorazioni che prevedono lievitati: pane, dolci, pizza. Si ottiene dalla macinazione del grano tenero. 

La produzione inizia con la mietitura, a cui segue la trebbiatura e una fase di stoccaggio e una di riposo del grano in appositi silos, nei quali il grano viene ventilato e pulito tramite l'impiego di getti d'aria. In alcuni casi è possibile lavare e inumidire i chicchi per eliminare sporco e impurità. 

A seguire, avviene la fase monitoria: i chicchi vengono selezionati e in seguito macinati mediante dei cilindri che frantumano fisicamente il grano riducendolo in parti sempre più piccole fino a creare la farina.

Come conservare il pane

Il pane si sa è un alimento quotidiano e nasce fresco tutti i giorni donando fragranza, sapore e profumi meravigliosi. Ma un pane di qualità non si ferma li, offre di più. Durata e conservabilità che si trovano in un prodotto artigianale non sono da sottovalutare, è senz'altro un valore aggiunto. 
Ma come conservare il pane? Innanzitutto precisiamo che non tutti i formati sono idonei ad una conservazione prolungata, ma non disperiamoci perchè comunque ogni tipo di pane, se non consumato fresco, ha sempre una seconda vita. Gli elementi principali da prendere in considerazione, per ottimizzare la conservazione sono: dimensione/formato, farine utilizzate, involucro o sacchetto, temperatura ambiente. Certo che una bella pagnotta da chilo realizzata con farine grezze o meglio ancora integrali e magari con qualche semino all'interno, sarebbe il massimo, ma non a tutti potrebbe piacere. Accontentiamoci allora di un formato da mezzo chilo ben cotto, una crosta apparentemente scura potrebbe sembrare un difetto ma, per una buona conservazione, ci viene incontro trasformandosi in un ottimo guscio protettivo aiutando a rallentare il processo di invecchiamento. 
Le variazioni di umidità all'interno del pane sono direttamente correlate al raffermamento della mollica e quindi al suo indurimento. Farine tendenzialmente grezze, integrali, di grano duro o con aggiunta di fibre o parti cruscali tendono a mantenere meglio l'umidità 
Conservando così più a lungo caratteristiche di freschezza, senza dimenticare che, oltre a questo, offrono un indiscusso maggior sapore e qualità organolettica al nostro pane. Riutilizzare il sacchetto di carta del fornaio è già ottimo come sistema, ma qualche ulteriore consiglio non guasta. Meglio riporre il sacchetto in un ambiente abbastanza chiuso, una credenza o in un cassettone dove non ci sia un elevato giro d'aria che contribuirebbe ad una veloce perdita di umidità, tuttavia bisogna evitare una eccessiva protezione (chiusura ermetica) come, ad esempio, un sacchetto di nylon. Un ottimo sistema sarebbe mettere il sacchetto del fornaio all'interno di uno in cotone. 
L'ambiente dove riponiamo il nostro sacchetto contribuisce alla buona o cattiva conservazione. Il frigorifero accelera l'invecchiamento del pane fresco, è consigliato solamente per formati particolarmente umidi e con poca crosta (pane in cassetta) o pezzature piccole (sotto i 200 grammi) che comunque verrebbero poi riscaldati, meglio mantenerlo possibilmente al "saldino" diciamo 30° per dare un'idea. I: utilizzo del freezer, a noi cultori del pane fresco, non viene spontaneo consigliarlo, tuttavia con qualche accorgimento si può utilizzare tranquillamente, ricordiamoci di tagliarlo prima a fette (l'ideale larghe tira 2 centimetri) e utilizzare un sacchetto di carta di protezione. Per scongelarlo, sufficiente una mezzoretta a temperatura ambiente separando le fette e sempre protetto da un involucro di carta. 
Conoscere come conservare bene il pane è sempre importante anche se, con una buona pagnotta sulla tavola, sarà difficile avanzarla per il giorno dopo. Il miglior consiglio resta sempre quello di ridare il giusto valore ad un alimento così importante e dedicargli 1 minuto al giorno per prenderlo fresco dal nostro fornaio di fiducia. Ne vale la pena!

Intervista Panificio De Rossi che dal 1947 produce pane a Verona

Farina "00"

La farina denominata doppio zero è la più raffinata in assoluto, nella quale vengono scartate tutte le parti esterne del grano, lo scopo e' renderla più bianca possibile, impiegata per realizzare dolci gonfi e soffici, per addensare creme e sughi, o per preparare pasta fresca o all'uovo.

Una “0” ideale per pizze

La farina denominata tipo zero è prodotta seguendo il metodo della doppio zero, ma risulta meno raffinata della precedente e quindi da preferire per preparare pane, pizza e focacce

Farina "1" "2"

La farina denominata tipo uno si ottiene grazie alla macinazione a pietra: in questo caso si tritura l'interno chicco senza scartare nessuna parte del germe di grano fino alle fibre contenute nella crusca. È perfetta per la realizzazione di pani e focacce rustiche, pizza più grezza e torte con aggiunta di mandorle o frutta secca.
La farina denominata tipo due viene spesso definita semi integrale poiché contempla al suo interno granuli di grossa dimensione quindi con caratteristiche simili alla precedente, ma ancora più grezza

Farina Integrale

A livello nutrizionale la farina integrale è la più completa. Infatti, in questo caso la farina contiene il chicco per intero: crusca, amido e germe di grano garantiscono un alimento completo. Questa farina è utilizzata per la preparazione del pane nero. 

Grano duro

Il grano duro è un cereale dalle spighe particolarmente allungate e di colore giallognolo particolarmente splendente. Viene coltivato in zone argillosi con poca umidità, prodotto tipico del meridione e delle isole. Contiene elevate quantità di fibre con proprietà depurative e sazianti. 
La farina che si ricava è conosciuta con il nome di semola con una consistenza molto simile alla sabbia. Nel pane viene usata la semola rimacinata che subisce un'ulteriore processo di macinatura portandola ad avere una consistenza quasi simile a quella della farina. 
Caratteristiche di questo cereale sono: non contiene colesterolo e un minor indice glicemico, ricco di proteine e glutine indicato per tutti coloro che seguono una dieta vegetariana o vegana. Visto l'importante apporto di glutine sconsigliato ai celiaci. 

Lievito Naturale

Il lievito naturale, detto anche pasta madre o lievito madre, è un impasto di farina e acqua sottoposto a una contaminazione spontanea da parte di microrganismi presenti nelle materie prime, provenienti dall'aria, dall'ambiente, dall'operatore, il cui sviluppo crea all'interno della massa una microflora batterica autoctona in cui predomina la coltura dei batteri lattici.

Come prodotti di questo metabolismo si hanno acido lattico, acido acetico, acqua, anidride carbonica e metaboliti secondari. Questa massa acida in fermentazione produce gas: questo processo fisico-chimico apporta nel prodotto finito (pane, pizza, prodotti da forno) una serie di aspetti positivi tra cui maggiore digeribilità e conservabilità, aroma più intenso, sapore e fragranza particolari. La pasta madre viene tenuta in vita per mezzo di successivi rinfreschi con determinate quantità di farina e acqua. 

La lievitazione del pane con il lievito madre è molto lenta e richiede una lavorazione più complessa. In alcuni prodotti tipo panettone, colomba e pandoro l'utilizzo del lievito madre è prescritto nel disciplinare. 

Lievito di birra

Il lievito è stato scoperto da Luois Pasteur a metà del 1800, che ne scoprì l'azione nel processo di fermentazione della birra.
 lievito che viene utilizzato per la panificazione appartiene alla specie Saccharomyces cerevisiae. Durante la lievitazione, i micro-organismi producono anidride carbonica, gonfiano gli impasti e li rendono più soffici. 
Il metodo di produzione del lievito consiste nel far crescere le cellule di Saccharomyces cerevisiae, alimentandole con lo zucchero contenuto nel melasso, materia prima derivante dalla barbabietola e dalla canna da zucchero, quindi questi micro-organismi sono presenti in natura e durante la riproduzione a livello industriale non subiscono nessuna alterazione. Il lievito per panificazione non è un allergene, è gluten free. Adatto a diete vegane e vegetariane perché non utilizza nessun prodotto di origine animale.
Il lievito essendo micro-organismo vivente molto delicato muore al di sopra dei 45 gradi, durante la cottura del pane o della pizza termina definitivamente la sua attività fermentativa.



Semi di Chia

La chia, o più scientificamente la Salvia hispanica, è una pianta floreale originaria del Guatemala e del Messico centrale e meridionale. Esistono documenti storici che testimoniano come fosse largamente coltivata dagli Aztechi. I piccoli semi sono ricchi di numerosi nutrienti in particolare: proteine (contengono tutti gli amminoacidi essenziali), fibre insolubili, omega 3 e antiossidanti. Le proprietà derivanti dalla loro composizione sono in primis un'azione di controllo del livello degli zuccheri nel sangue e della pressione sanguinea con i relativi benefici su tutto il sistema cardiovascolare: L'altissimo contenuto di acido alfa linolenico (che Fa parte della famiglia degli Omega-3) assicura un potente effetto antinfiammatorio ed aiuta a preservare la memoria. 

Esaminiamo le altre sostanze di cui sono ricchi questi piccoli semi: 

  • Selenio: minerale antiossidante e che aiuta l'organismo ad assorbire la vitamina E. 
  • Ferro: due cucchiai di semi di chia forniscono il 12% del fabbisogno giornaliero quindi può essere un valido aiuto per chi è tendenzialmente anemico. 
  • Calcio: importante non solo per avere ossa forti ma utile anche per i nervi, I muscoli e la coagulazione del sangue. 
  • Manganese; minerale Indispensabile per metabolizzare [ carboidrati, partecipa alla formazione delle ossa e alla rigenerazione dei globuli rossi. Due cucchiai contengono II 38% per cento del Fabbisogno giornaliero di questo elemento. 
  •  Fosforo: interviene nella Formazione del DNA, fortifica le ossa e aiuta ad immagazzinare energia. 
  • Magnesio: Importante per II corretto metabolismo, peri muscoli e perla funzione nervosa. 

Semi di Canapa

I semi di canapa, un ingrediente tradizionale di molte cucine orientali e di alcune zone della Russia, di recente sono stati riscoperti anche da noi, in particolare da chi segue un regime dietetico vegetariano o vegano perché ricchi di tutti gli aminoacidi essenziali. Le proprietà dei semi sono state riconosciute dal Ministero della 
Salute con una Circolare in data 22 maggio 2009: privi di THC e con valori nutrizionali 
che poche altre fonti vegetati possono vantare, sono ricchi di omega-6 e omega-3, 
fibre, sali minerali e vitamine, soprattutto la E. 
Ma in che benefici si traduce questo per la nostra salute? 
  • Come abbiamo già detto la presenza di tutti gli amminoacidi significa che possono sostituire efficacemente fonti proteiche di origine animale, questo significa che si rivelano preziose per vegetariani e vegani e per tutti coloro che per altri motivi hanno necessità di limitale. 
  • Gli aminoacidi essenziali sono anche presenti in proporzione ottimale e in forma facilmente digeribile. 
  • L'alta concentrazione del gruppo omega li rende preziosi per combattere e prevenire diversi disturbi tra i quali l'arteriosclerosi, disturbi cardiovascolari, colesterolo e artrosi. 
  • La vitamina E è fondamentale nel nostro organismo perla sua funzione antiossidante e di protezione dai radicali liberi. Dà un contributo rilevante nella cura dell’acne e dell'eczema, aiuta in caso di disturbi oculari, rafforza le difese immunitarie. Previene il declino cognitivo e combatte i problemi che interessano il sistema cardiovascolare. 
C'è poi un’altra caratteristica molto interessante: la canapa è una pianta infestante. 

Segale

La farina di segale viene prodotta dalla macinazione dei semi di Secale cereale, pianta erbacea originaria dell'Asia Minore, appartenente alla famiglia di Poacea (Graminacee). Ne esistono vari tipi: chiara, intermedia, scura, integrale e parzialmente integrale. Ma si possono raggruppare in due varietà: quella invernale ed estiva. La pianta resiste meglio ai climi freddi, ventilati e secchi. Inoltre non richiede terreno particolarmente fertile, in Italia la produzione è concentrata al nord presso le zone alto collinari e montane. 
NON E' GLUTEN FREE, ma rispetto al frumento contiene meno glutine e quindi difficile da panificare, per questo motivo viene miscelata con una piccola quantità di frumento. 
La farina di segale è ricca di fibra solubile, con tutti i vantaggi che se ne possono trarre in termini salutistici: maggiore sazietà, modulazione dell'assorbimento e dell'indice glicemico, effetto prebiotico, antitumorale per l'intestino. Contiene ottime percentuali di potassio, fosforo e ferro. Per quel che concerne il profilo vitaminico si evincono notevoli quantità di vitamine del gruppo B e del gruppo E. 

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